Eccomi riapparire, dopo quasi due mesi di pausa. Ho preferito staccare un po’ la spina, dedicare il tempo libero a correre senza star tanto a rimuginare sul come e perché. Avendo un obiettivo chiaro e sapendo cosa dovevo fare mi sono limitato ad eseguire e divertirmi. Ora che manca un mese alla prossima gara è tempo di guardare a quanto fatto e cominciare a tirare le fila.
La gara in Toscana di fine aprile mi ha insegnato tanto: è stata anzitutto un’esperienza indimenticabile in luoghi magnifici, ma su questo ho già speso diversi paragrafi.
È stata anche un perfetto banco di prova in avvicinamento al vero obiettivo dell’anno: tornare alla 100 Miglia del Monviso (scriverò più avanti a proposito di questa gara)
Il Tuscany Crossing mi ha dato la fiducia nelle gambe (e nelle ginocchia) del che cercavo, così, dopo un paio di settimane di recupero in seguito a quella che ritengo sia stata un’ottima gara, ho ripreso a caricare, spostando il focus gradualmente da giri lunghi e veloci a giri ripidi ed impegnativi. Ho ripreso confidenza con i bastoncini, gli zainetti, i panini, le salite e le discese.
Il piano è stato relativamente semplice: correre collinari in settimana, inserendo qualche sessione di intensità qua e la, brevi garette non competitive o allenamenti con la squadra ed organizzando giri lunghi nei weekend. Osservando il grafico del carico di allenamento (Durata x RPE) si possono distinguere nitidamente le ultime 6 settimane di allenamento.
Praticamente tutti i lunghi delle ultime settimane li ho gestiti correndo i primi 2/3 di giro in solitaria, principalmente in zona 2 con alcune salite in zona 3, e l’ultima parte con la mia ragazza ad un ritmo leggermente più facile (anche se in discesa non mi ha mai risparmiato 😂).
In settimana ho sempre cercato di ripetere più volte alcuni giri dietro casa (per esempio una salita regolare di 6km su asfalto, un giro sterrato corribile di 20km con 700m di dislivello, una salita ripida di 3km su sentiero, ecc…) in modo da monitorare l’andamento dell’allenamento con dati oggettivi (tempo e passo) ma mettendo sempre in primo piano le sensazioni provate. In questo modo ho tenuto a bada il mio lato insicuro, dandogli settimanalmente dei riscontri attendibili sul come effettivamente sto procedendo, senza però diventare matto e perdermi dietro all’orologio, correndo principalmente ascoltando le sensazioni e godendomi il momento.
Durante i giri più lunghi mi sono concentrato su alimentazione, attrezzatura e sul ritmo da mantenere. Inevitabilmente ho sempre corso leggermente più veloce di quanto farò in gara, ma mi sono abituato a calcolare la velocità in km/h, che su queste distanze ed a questi ritmi trovo mettano più sicurezza ( 7km/h anziché 8min 30s /km) ed aiutino ad interpretare meglio l’andamento della prova. Inoltre ho avuto la possibilità di correre su quasi tutto il percorso di gara (fatta eccezione per la parte alta, la più tecnica ed insidiosa, per via della molta neve che si trova ancora oltre i 2.500 mt) e questo mi ha aiutato a farmi meglio un’idea di velocità ed effort che voglio mantenere.
Nelle prossime tre settimane ridurrò gradualmente il carico, concentrandomi su qualche ultimo giro per testare attrezzatura e nutrizione di gara e rilassandomi il resto della settimana, senza più la pressione di spingere sull’acceleratore.
In questo blocco di due mesi ho accumulato più di 1.200 km di corsa con 42.000 metri di dislivello positivo, su un totale di 140 ore di allenamento.
Posso ritenermi soddisfatto, ora vado a nanna, buone corse a tutti 😁.